Torino, 1996. Il film di Vincenzo Alfieri che colpisce.
Un film, che nel panorama cinematografico Italiano, colpisce.
Lo fa con una regia spigliata, un’atmosfera fredda e dinamica, una fotografia brillante e ben riuscita e con un cast all’altezza della situazione. Tre uomini, un colpo e tanti soldi in una Torino targata 1996 in veste noir, con qualche chiaro richiamo al grande cinema “Tarantiniano”
La pellicola si sviluppa in tre parti, ognuna dedicata ai suoi protagonisti, interpretati da Fabio De Luigi, Edoardo Leo e Giampaolo Morelli.
Sorprendente, quasi perfetta, la prova attoriale di Fabio De Luigi che anche in un ruolo drammatico come questo ha saputo regalare un’interpretazione straordinaria. È un piemontese chiuso, sulle sue, e poco loquace che per quasi tutto il film tace limitandosi ad osservare gli eventi.
La storia ci viene abilmente raccontata con soluzioni registiche d’effetto, montate con grande maestria dallo stesso regista, che ha anche scritto la sceneggiatura.
Il ritmo è serrato, fluido, non si ha quasi mai la sensazione di stare fermi grazie a un montaggio ipercinetico e rapsodico che colpisce accompagnato dall’ottima fotografia di Davide Manca, che regala grande smalto al film.
Una rapina all’italiana all’aroma di Tarantino, così potremmo definire questo lungometraggio di 110 minuti, che innova il cinema italiano portandolo in competizione con quello statunitense.
– Alessio Criscuolo