Da cosa è composta la vita di un uomo, quando si avvicina la fine ed inizia il momento dei bilanci? Da ricordi, da rimpianti, da desideri, da nostalgie, da voglia di tramandare qualcosa di se, dalla consapevolezza che il prezzo da pagare per aver soddisfatto le proprie ambizioni, spesso, è il disprezzo di chi non è riuscito a soddisfare le proprie.
E cosa determina il far prevalere la soddisfazione per ciò che si è stato rispetto alla delusione? L’aver ottenuto il consenso, l’affetto delle persone per cui ci si è spesi.

Hammamet

 

Se così è, “Hammamet” è un grandioso mosaico, perchè sa costruire con estrema pazienza, tessera per tessera, l’uomo Craxi, il suo carattere, l’amarezza dei suoi ultimi giorni.

Il rapporto affettuoso ma distaccato con la moglie, dolente e profondo con l’amante, gioioso e didattico con il nipote, diretto e sprezzante con il figlio, empatico e vero con la figlia, altezzoso e disincantato con i colleghi di partito, sensibile e aperto verso chi gli chiede aiuto: c’è tutta la personalità di un uomo che cercava di “aggiungere vita agli anni, piuttosto che anni alla vita”.

Hammamet

Favino è eccezionale nel rappresentare una persona ferita dal biasimo dell’opinione pubblica, consapevole della sua fine, disillusa e politicamente isolata, ma comunque determinata a non cedere, a non accettare il fallimento della propria esistenza.
Duro, arrogante fino al termine, disperato e indomito, Craxi rimarrà un pezzo di Storia italiana ricco di luci ma anche pieno di ombre.

Hammamet – uno splendido mosaico