THE BROKEN KEY, QUANDO SI SCOPRE IL BELLO DI SUPERARE GLI OSTACOLI PERCHE’ PORTANO ALLA META

Intervista a Louis Nero, regista di The Broken Key

In occasione dell’uscita dei DVD e del Bluray di The Broken Key,  film ambientato a Torino ed uscito lo scorso novembre al cinema, abbiamo incontrato ed intervistato Louis Nero, ideatore e regista del film.

Nel cast di The Broken Key si notano nomi di star internazionali quali Christopher Lambert, Rutger Hauer, Gerldine Chaplin, William Baldwin, Kabir Bedi e molti altri. Nel cast sono anche presenti attrici ed attori italiani tra i quali: Andrea Cocco, Ariadna Romero, Chiara Iezzi, la cosplayer Giada Pancaccini (Giada Robin) e la torinese Diana Dell’Erba.

Iniziamo, entrando nella storia di The Broken Key, in che mondo ci troviamo una volta entrati nella storia del film?

In ogni film che realizzo cerco sempre di creare un mondo più che una storia. Cerco di creare un luogo in cui la gente si possa perdere nel suo viaggio. Il mondo di The Broken Key è un mondo ambientato nel futuro dove tutto è gestito da un grande società che si chiama “La Grande Z”,  sembra una società costrittiva ma alla fine più andiamo avanti nel film e più vediamo che grazie a questa costrizione, il protagonista riesce a trovare la sua strada. Se fosse stato un mondo senza costrizioni, lui sarebbe stato fermo a guardare il mondo, invece grazie a tutti questi ostacoli che si trova davanti, trova il coraggio e la forza ed inizia a viaggiare. E’ un po’ questo il mondo. Il mondo del cinema è il mondo che ognuno vorrebbe avere e che però ha paura di avere. Perché tutti quanti vorremmo che tutto fosse semplice, ma se ci guardiamo indietro, l’unica volta in cui siamo cambiati è quella volta che abbiamo trovato un ostacolo davanti. Questo è il mondo di The Broken key: una gimcana per lo spettatore.

The Broken Key è stato presentato lo scorso novembre: quale è stato il riscontro del pubblico e della critica?

Come in ogni mio film, c’è chi mi ama e chi mi odia, perché ha avuto due riscontri paralleli: uno di persone che hanno trovato nel film una motivazione del proprio viaggio spirituale e una in cui invece non ci si è voluti mettere in gioco e quindi hanno trovato difficile entrare in un mondo così complesso, un mondo che richiede allo spettatore un’attenzione particolare.

La cosa più interessante è che alcune persone mi hanno scritto dicendomi che grazie al film hanno ritrovato la loro strada nella vita e questo è molto più importante di tutto il resto.

Che esperienza è stata per te, ideare e dirigere questo film?

Tendenzialmente quando il regista è anche l’autore del film, nel momento in cui scrive la storia si è nella parte principale, cioè l’ideazione della storia, poi invece durante le riprese non stai più facendo il film che hai scritto ma ne stai facendo un altro e durante la fase di montaggio se ne crea un terzo.

L’esperienza è stata interessante. Il rapporto con gli attori è stato fantastico soprattutto con gli attori americani che erano persone  che ho sempre stimato come Cristopher Lambert: sono cresciuto con i suoi film.

Ora sarà possibile acquistare e vedere The Broken Key anche in DVD: cosa ti senti di dire a chi non ha ancora visto il tuo ultimo film e vorrebbe scoprirlo?

Credo che per chi voglia approfondire la storia, con il DVD potrà scoprirla ancora meglio che al cinema, perché sono state aggiunte tre ore di extra, con inediti, spiegazioni e approfondimenti.

Quali saranno ora le prossime date di presentazione del DVD?

Inizieremo presentando il DVD alla Feltrinelli di Porta Nuova a Torino giovedì 24 maggio, per poi spostarci a Perugia il 25, ed a Saluzzo il primo giugno.

Dopo The Broken Key? Un altro film?

In realtà ci sono due progetti in ballo. Il primo molto complesso che mi sta portando via già da anni molto tempo e che non so se riuscirò mai a fare ed è basato su un autore italiano. Poi c’è un altro progetto che sto scrivendo in questo periodo e che spero di poter realizzare al più presto che è sulla Bhagavadgita che è il testo sacro degli Indù. Quindi un film ambientato in India con un cast internazionale, ma che sarà un film più intimo nel senso che è un viaggio più mio, più interiore ancora di The Broken Key.

Come regista da quando hai iniziato a viaggiare in questo mondo, qual è stata l’esperienza che ti è rimasta impressa?

Il primo che poi in realtà è il secondo  mio film, cioè Golem che secondo me è stato il più interessante, perché è stata una guerra per poterlo realizzare in quanto ho dovuto realizzarlo interamente da solo, ma che allo stesso modo non è stata una cosa fatta in casa ma bensì un vero e proprio film professionale.

Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe entrare a far parte del mondo del cinema?

Sicuramente ciò che consiglio è di essere perseveranti. Perché non può entrare una persona in questo mondo se crede di trovare dopo un anno quello che sta cercando, ma serve tempo e pazienza. Non può entrare una persona che non vuole fare tantissima fatica per arrivare alla meta. Si deve essere umili perché altrimenti non si riesce a fare questo mestiere. Bisogna imparare a fare tutto, da tirare i cavi in poi.

Possono entrare tutti coloro che sono perseveranti, in particolare in questo periodo. Faccio un esempio: il grande regista Fellini, se si fosse trovato al giorno d’oggi non credo che sarebbe riuscito a fare ciò che è riuscito a realizzare. Perché all’ora si poteva scrivere ciò che si voleva, si poteva contare sui produttori e su fondi di un certo livello.

Forse ora, anche se ci sono meno geni come Fellini, il lavoro del regista è molto più complicato.

Abbiamo anche incontrato l’attrice Diana Dell’Erba: qual è stata per te, l’esperienza di far parte del cast e della storia di The Broken Key?

E’ stata sicuramente un’esperienza straordinaria perché si tratta di un film molto complesso sotto qualsiasi punto di vista. Perciò dal punto di vista umano perché si affrontano delle tematiche molto importanti che dette in maniera molto semplice, sono la ricerca della felicità, la ricerca dell’equilibrio nella nostra vita. Poi dal punto di vista attoriale per aver avuto a che fare con delle star di questo calibro ed è stato un confronto, una possibilità di crescita enorme.
Inoltre il film è stato girato in location pazzesche, come ad esempio la Sacra di San Michele.

Poi il film essendo molto concentrato ti obbliga a superare i tuoi limiti sia come persona che come troupe e quindi come gruppo.

Ivan Quattrocchio

Intervista a Louis Nero, regista di The Broken Key